Se in Occidente pronunci la parola “Kung Fu” è inevitabile che alle persone vengano in mente Bruce Lee e  i film di azione dove la gente si mena a destra e manca. Al massimo si pensa al Kung fu come qualcosa di fisico: un’arte marziale o più in generale uno sport.

In realtà il nome più usato per raggruppare tutte le arti marziali cinesi è “Wushu” che appunto è composto dalle parole “Wu” (guerra, militare) e “Shu” (arte, tecnica). “Kung Fu” invece è un atteggiamento mentale e un metodo di lavoro che in italiano si potrebbe tradurre con le parole “abilità” o “maestria” e che perciò si può applicare, non solo alle arti marziali, ma a qualsiasi attività umana.

Il “Kung fu” è l’atteggiamento di colui che si impegna con passione e fatica cercando, con tanto allenamento, di arrivare  vicino alla perfezione. Letteralmente “Kung” è l’abilità raggiunta con l’esercizio, mentre “Fu” indica l’uomo adulto. Un’altra definizione data da uno dei miei insegnanti è quella di avere un talento tale da andare oltre alle imprescindibili abilità tecniche. A riprova di ciò è famosa la frase usata dai maestri per indicare gli allievi che, pur eseguendo correttamente gli esercizi, non ci mettono abbastanza passione: «Nel tuo Wushu c’è poco Kung Fu.»

Trattandosi di un atteggiamento mentale si può essere Kung Fu in qualsiasi attività!  Magari vostra nonna potrebbe essere Kung Fu di uncinetto e vostra cugina Kung Fu di danza classica.  Oppure tra i vostri colleghi c’è qualcuno Kung Fu in Atletica Leggera o in Arte Pasticcera…

E io? Beh… dovreste chiederlo ai miei Maestri…  Io cerco sempre di migliorarmi ma forse disperdo le mie energie facendo troppe attività, diverse le une dalle altre. Comunque non mi arrendo… Piano piano a piccoli passi verso il Kung Fu!

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Antonio Rossi
Antonio Rossi
4 Novembre 2020 10:51

Linguisticamente molto interessante!