Cominciamo ad osservare il carattere cinese che rappresenta il Qi: è composto da due immagini stilizzate, una sopra l’altra. L’immagine in basso (blu) rappresenta una pentola di riso che bolle, mentre la parte in alto (rossa) rappresenta il vapore che sale dalla pentola. Un’altra interpretazione vede la parte blu come la pentola di riso mentre la parte rossa come un uomo che respira. Infine, una terza vede la parte rossa come le nebbie che si alzano dai campi di riso (blu).  In ogni caso è la rappresentazione di qualcosa di materiale (il riso) che si trasforma in qualcosa di immateriale (l’energia vitale). Si tratta di sostanze che prendiamo dall’esterno, il cibo e l’aria, e che all’interno del nostro corpo trasformiamo in energia per far lavorare tutti in nostri organi e muovere i nostri muscoli.

Il concetto di Qi, ovvero l’energia vitale che permea tutto l’universo, si ritrova in tutte le culture orientali (qi in cinese, ci in coreano, ki in giapponese) ma ha analogie e riscontri in tutte le antiche culture. Per gli induisti è il prana, per gli antichi greci è il pneuma, per i latini lo spiritus, per gli antichi egizi il Ka, per gli ebrei la rû:ăh, per i maori è il mana, per gli indiani Lakota Sioux è il wakan, per gli aztechi e altri popoli precolombiani del Messico è echécatl. E’ curioso che, popoli che vivevano in tempi e luoghi molto distanti fra di loro, fossero giunti allo stesso concetto di “soffio vitale“, in alcuni casi senza nessun contatto fra le varie civiltà.

Secondo la Medicina Tradizionale Cinese il Qi circola in una rete di meridiani, analogamente a come il prana della medicina ayurvedica circola nei canali chiamati nadi   La circolazione  del qi è come il flusso di un fiume che si muove, simile alla circolazione sanguigna, con un andamento che va dalle punta delle dita delle mani a quelle dei piedi e viceversa, scendendo sulle parti esterne di braccia e gambe e risalendo sulle parti interne. La corretta circolazione è sintomo di buona salute, mentre le malattie verrebbero originate da blocchi o squilibri che impediscono il corretto scorrere di questa energia vitale. Il bambino piccolo che cade e si rialza senza farsi male è morbido e flessibile perchè è pieno di Qi che circola perfettamente, mentre l’anziano che  è rigido, fragile e  non si piega è carente di qi. La rigidità della morte  è vista come conseguenza della totale dispersione del qi.

Lo scopo del Daoyin Qigong, come quello dell’agopuntura, dei massaggi, della riflessologia e della dietetica cinese, è rimuovere i blocchi e i ristagni per consentire al Qi di fluire liberamente, riequilibrando tutto l’organismo, rendendolo flessibile e rallentando l’invecchiamento. Attraverso i movimenti  armonici del corpo, i picchiettamenti e le pressioni sui punti di agopuntura,  il Daoyin Qigong massaggia, allunga e torce i meridiani favorendo il corretto flusso dell’energia vitale in tutto il corpo e quindi la flessibilità e la longevità dei praticanti.

(Continua)

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